L’acne è una dermatosi che coinvolge l’apparato pilo-‐sebaceo, ovvero i follicoli piliferi e le ghiandole sebacee annesse e che pur manifestandosi prevalentemente sul volto (fronte, guance e mento) può anche diffondersi sul collo, sul dorso e sul torace. L’acne volgare, o acne giovanile, che colpisce un’elevata percentuale di adolescenti può provocare nel giovanissimo che deve convivere con quegli odiosi “brufoli” imbarazzi e disagi a livello psicologico.
Qual è l’origine dell’acne?
Le ghiandole sebacee producono il sebo, sostanza grassa ed untuosa che svolge importanti funzioni: nutre, lubrifica e rende elastica la cute, impedisce la disidratazione dell’epidermide e la difende dall’attacco di microrganismi patogeni.
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Allarme pidocchi: che fare?
La pediculosi è il termine che definisce l’infestazione della testa dell’uomo da parte dei pidocchi. I pidocchi sono dei piccoli insetti lunghi da 2 a 4 millimetri muniti di zampette uncinate che consentono loro di ancorarsi ai capelli e che si localizzano principalmente all’altezza della nuca, dietro le orecchie e sulle tempie; sono di colore bianco-grigiastro e facilmente si mimetizzano con il colore dei capelli dell’ospite per cui risulta difficile vederli. Vivono e si riproducono esclusivamente sulla testa dell’uomo. La femmina, che vive circa un mese, deposita fino a 10 uova (lendini) al giorno che sono di colore grigio-perlaceo e che si fissano sulla base del capello. Dopo un periodo di circa 10 giorni la lendine si schiude per far uscire la ninfa, grande quanto una capocchia di spillo, la quale impiega circa due settimane a maturare ed a diventare un insetto adulto. I pidocchi sono insetti ematofagi, si nutrono infatti di sangue umano che prelevano pungendo il cuoio capelluto, ma non trasferiscono assolutamente nessuna malattia da un individuo ad un altro.
La propoli, l’antibiotico naturale
La propoli è prodotta dalle api ed è perciò composta principalmente da secrezioni resinose che le api raccolgono sugli alberi (pioppi, abeti, olmi, betulle, ecc.) e che poi mescolano con saliva e cera. Le api utilizzano questa sostanza nei loro alveari sia come materiale da costruzione sia come antisettico. La propoli viene infatti applicata per “sterilizzare” l’alveare, in particolare l’entrata delle cellette destinate ad accogliere le uova, oppure per evitare la decomposizione di eventuali animaletti “intrusi” riusciti a penetrare nell’alveare, uccisi dalle api, ma troppo pesanti per poter essere trascinati fuori.